3 ottobre 2010

Un lavoretto pulito


Affezionatissimi, oggi mi sento gioviale perché è giorno di paga. 

Ebbene in questa trasferta, nonostante la qualifica di semplice operaio, le mie entrate sono aumentate mensilmente dell'85% rispetto a ciò che percepivo in Italia. Non è poco, al netto delle spese in quattro mesi ho messo da parte l'equivalente di un anno di risparmi. Va detto che ho avuto il culo immenso del vitto e alloggio gratis, altrimenti mi sarebbe andata comunque bene ma non l'avrei fatta così grassa.

Ciò che ho percepito come operatore forestale è più o meno la paga di un addetto alle pulizie, 32% inferiore rispetto al reddito medio norvegese.

Se decidi di stabilirti in Norvegia contando su questo reddito non puoi permetterti lussi (per lusso intendo una birra che al pub costa dai 7 ai 10 euro) ma arrivi tranquillamente alla fine del mese.

Se poi professionalmente vali di più, non appena avrai imparato il norvegese potrai ambire a qualcosa di meglio. Lavoro per gente di buona volontà pare ci sia.

Chi fa veramente il botto sono gli ingegneri e i tecnici altamente qualificati. Ho letto alcune delle loro storie su internet. Non fanno la gavetta pulendo pavimenti, sono contrattati direttamente da grandi imprese multinazionali, specie quelle petrolifere, dove all'inizio, ci si può esprimere anche in inglese. (In un buon inglese, eh!) Gli stipendi in quei contesti sono molto alti.

Le storie di questi professionisti infatti traboccano di ottimismo, però ripeto, sono storie che ho letto nei blog di internet.

Anziché informazioni fumose di seconda mano provo qui a darvi più dettagli riguardo al mio lavoro forestale.

In Norvegia la maggioranza dei boschi appartiene ai privati. Le tecniche di coltivazione, gli abbattimenti, gli interventi strutturali come la realizzazione di strade forestali sono disciplinati da una normativa nazionale, come in Italia. L'ente pubblico incaricato di coordinare, di controllare, di autorizzare gli interventi boschivi è il comune. Ogni comune ha quindi il suo ufficio tecnico forestale.

Il governo mette a disposizione contributi economici per tutti quegli interventi boschivi detti colturali: sfolli, diradamenti e piantumazioni. Interventi necessari per ottimizzare la produttività del bosco ovvero volti a migliorare la qualità degli alberi e l'incremento legnoso degli stessi ma dai quali non si guadagna nulla.

Il governo rimborsa ai proprietari l'80% del costo di tali interventi. Non male, vero?

Inoltre i proprietari possono commissionare ai comuni il lavoro i quali a loro volta contrattano gli operai. Così per il proprietario forestale, lo spinoso problema del bosco si risolve riempiendo un modulo.

Ciò gli permette di svolgere altri lavori o di dilettarsi negli svaghi estivi come la pesca, le passeggiate, la raccolta dei mirtilli ecc.

Per l'operaio la retribuzione è a cottimo; un tot, negoziabile, per unità di superficie lavorata.

Se fosse una retribuzione oraria, il comune spenderebbe di più a controllare che gli operai non battano fiacca che a realizzare l'intervento.

Il lavoro a cottimo è vantaggioso anche per l'operaio il quale è libero di scegliersi il proprio orario di lavoro e i giorni di riposo. Quando l'area è completata chiama l'ispettore o il proprietario che verifica il lavoro svolto e assegna un altro incarico.

Per i diradamenti e gli sfolli mi ero imposto un orario di trentotto ore effettive settimanali. Sette o otto ore di decespugliatore forestale al giorno, credete, sono abbastanza, sforzarsi oltre si rischia di affaticarsi troppo e quindi è più facile che si verifichino incidenti. Con le lame non si scherza!

Lavoravo più ore quando c'era da piantare alberi; la fatica era minore quindi potevo darci dentro, senza rischi.
Dovevo dosare le forze per durare quattro mesi. Se avete visto qualche mia foto pubblicata nel blog avrete capito che non sono proprio un montanaro rustico alla Mauro Corona che fa colazione con polenta e salsiccia ed è capace di picconare per quindici ore filate in una cava di marmo.

Tra le difficoltà, per chi accarezza l'idea di dilettarsi nei boschi norvegesi, cito la pioggia, gli insetti, il peso e il rumore del motore degli attrezzi e l'isolamento.

Per il resto invece bene, l'ispettore e i proprietari forestali sono stati molto gentili e chiari nello spiegarmi ciò che avrei dovuto fare e, in caso di problemi, (per esempio per individuare i confini della proprietà) ricevevo immediati chiarimenti. 

Anche l'equipaggiamento e gli attrezzi che mi hanno messo a disposizione erano di ottima qualità. Pensate, usavo carburante ecologico ASPEN, che rilascia un quantitativo di emissioni tossiche di molto inferiore rispetto alla miscela tradizionale. In Italia il carburante ASPEN costa 3 euro al litro. 

Mi hanno insegnato a limare la lama del decespugliatore e la corretta tecnica di utilizzo per operare in sicurezza.

Per quanto riguarda la remunerazione come dato certo riporto:

Diradamento e sfollo con decespugliatore forestale: 250 €/ha (un ettaro = 10.000 mq, un quadratone di 100 metri x 100 metri)

Piantumazione di abeti 0,20 €/ cad: (Chiaramente si tratta di mettere a dimora migliaia di piante, per dare un'idea la mia produttività era di 60 piante/ora)

Operaio generico per segheria da campo: 11,25 €/h

A ciò dovete togliere le tasse. Appena avrò dati certi vi dirò a quanto ammontano.

E quindi, domanda delle domande conviene abbandonare l'Italia per ricominciarw in Norvegia? Dirvi semplicemente sì o no è fuori questione.

In libreria, visitando il reparto manualistica, avrete senz'altro notato quei libri dal titolo risolutivo: “Come diventare ricco sfondato”. Se sai come diventare ricco sfondato diventi ricco e sfondato; di certo non ti metti a scrivere un libro sul come diventarlo.Per questo genere di cose non ci sono regole fisse.

Uguale qui. Non esiste il manuale “Come realizzarsi in Norvegia”.

Ognuno di noi ha la sua storia personale, i suoi sogni e le sue aspettative e le capacità o meno di realizzarsi.

In Italia, come sappiamo, ci sono bravi giovani che non trovano l'opportunità per esprimersi professionalmente e ciò a causa di un ambiente che non li valorizza e sognano un'alternativa.
Ci sono anche giovani che non si realizzano a prescindere dalle condizioni politico sociali; sto parlando dei pigri, di quelli che non investono in sé stessi, che non si mettono in gioco, che non si criticano, che non si danno obiettivi che non sanno sacrificarsi.

Loro sappiano che un cambio di indirizzo non è in sé risolutivo.

Tutti gli altri, se lo credono possono tentare.

Per gli studenti c'è l'opportunità dell'Erasmus dal quale si possono cogliere preziose informazioni sulle reali possibilità professionali e soprattutto potranno studiare il norvegese.

Per gli altri il gioco si fa un po' più azzardato e costoso. Si tratta di investire qualche migliaia di euro per un periodo definito di permanenza nel quale proporsi alle offerte pubblicate negli uffici di collocamento.

L'esito dell'avventura dipende dai soliti fattori: capacità, carattere, spirito di adattamento e culo.

Insomma, come sempre, ognuno è protagonista e padrone del suo destino. Scusate se non posso aiutarvi di più.

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