24 luglio 2010

Ti piace cacciare? II

Mi chiedo se sono un animalista.
Beh, in linea di principio non mi piace definirmi con i sostantivi che finiscono in “sta” perché descrivono linee di pensiero generalmente chiuse e irrazionali.
Io non caccio e non pesco semplicemente perché nessuno mi ha spinto a farlo e l'attrezzatura costa.
Penso che in linea generale possiamo servirci dei frutti e delle risorse del nostro pianeta nella maniera che preferiamo senza però esaurire le risorse stesse o creare impatti insostenibili per l'ambiente. Ciò per fini squisitamente antropocentrici. Al nostro pianeta infatti non importa essere depredato o avvelenato ma l'umanità che è legata indiscutibilmente all'ambiente potrebbe vivere amaramente.
Per me si può cacciare ma in maniera razionale. Ciò significa che animali esotici e autoctoni in pericolo di estinzione o le cui popolazioni sono in calo devono essere tutelati. Il leone preferisco saperlo vivo nella savana piuttosto che presente nel mio salotto in qualità di tappeto.
Riconosco anche il diritto degli animali di non soffrire. So per esempio che la legislazione italiana prevede che i bestiame sia ucciso solo previa perdita di conoscenza degli animali. I bovini prima di essere sgozzati vengono mandati in coma con un colpo di pistola meccanica in fronte e i suini con uno shock elettrico. Nel passato invece si faceva meno caso a questo aspetto. Il maiale veniva issato vivo per le gambe posteriori e fatto morire per dissanguamento fra grugniti e grida strazianti che davano tipicità e colore alle giornate campestri nel mese di novembre.
Si può fare a meno di certi sistemi di allevamento intensivo (i cui prodotti tra l'altro non sono di buona qualità), come l'allevamento in batteria e l'allevamento del vitello a carne bianca (allevato in totale anemia).
In Francia mi pare si possono comprare uccellini in gabbia solo a coppie per evitare che un solo soggetto soffra la solitudine. E' vietato picchiare gli animali e abbandonarli a se stessi. Ci sono delle forme di violenza che non appaiono tali.

Se il vostro cane è come un figlio per voi probabilmente sta soffrendo. Se il suo cibo costa più del vostro, se ha il permesso di dormire nella vostra camera da letto, di cagare in salotto, se viene spazzolato tutti i giorni, se anziché castigarlo si ragiona con lui, se ogni suo capriccio diventa un ordine per voi allora il vostro cane sta soffrendo moltissimo.
Tornando alla caccia, credo che una volta risolto il problema della sostenibilità non credo se ne sollevi uno etico. Per l'animale selvatico noi siamo una minaccia esattamente come tutti gli altri predatori naturali, gli infortuni, le malattie, le carestie, la siccità, i parassiti.

L'animale non distingue, accetta e obbedisce alla legge di natura che favorisce il più forte per un determinato ambiente.
Se vivessimo secondo natura probabilmente anche noi potremmo essere predati e in quel caso sarebbe sciocco mandare ambasciate ai lupi invitandoli a lasciarci in pace come si pensa facciano gli animali, per mezzo degli animalisti. (Continua...)

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