8 agosto 2010

Segheria da campo I


Questa settimana è stata diversa.

Non ho vagato nella solitudine dei boschi ma sono stato membro di piccola squadra di lavoratori locali. L'obiettivo era quello di segare assi e tavole a partire da una quantità di tondame che Marcus il mio capo aveva stoccato allo scopo in un campo.


Ci siamo serviti di un impianto mobile, una sega circolare che funzionava alimentata dal motore di un trattore attraverso il giunto di cardano. Annoterò questo lavoro fra i più inusuali anche se il primo posto della classifica appartiene ancora a quel periodo in Messico quando ho seminato l'avena a mano come si faceva in Italia al tempo della pellagra.


La macchina non era altro che una sorta di lungo tavolone sopra il quale scorreva il tronco da segare con i centro la grande sega circolare.


Per capirci è lo stesso apparecchio usato dal cattivo di turno per segare il Batman degli anni '60 (quello in tutina grigia e con le maniglie dell'amore).”Riuscirà il nostro eroe a liberarsi e a catturare il perfido Joker? Lo scoprirete nella prossima puntata”. Ecco, quella.


Si lavorava come in una catena di montaggio.


C'era un operatore addetto al carico del tronco. Il tronco era appoggiato perpendicolarmente su dei binari di legno sui quali veniva fatto rotolare fino a dei bracci meccanici che lo sollevavano fino al piano di lavoro.


Un operatore (il saw master) manovrava alla centralina comandi. Era lui la mente di tutta l'operazione. Per ogni tronco doveva ricavare il massimo di assortimento legnoso sia in termini di quantità che di qualità riducendo di conseguenza lo scarto al minimo.

E' un ruolo per il quale è necessaria esperienza. Bisogna produrre infatti assi di dimensioni standard sia per quanto riguarda la larghezza, lunghezza e spessore, e i tronchi, come sappiamo, non hanno dimensioni standard.


Infine ci sono gli assistenti allo scarico incaricati di prelevare dal nastro le tavole segate e gli scarti e stoccarle nei rispettivi mucchi. Le uniche qualità richieste all'adetto allo scarico sono la vigilanza al processo e la velocità di azione dal momento che il saw master per procedere deve aspettare che siano rimossi gli scarti dal nastro. Più veloce lavora l'addetto allo scarico più si riducono i tempi morti.


Al carico c'era Marcus dotato di una forza sorprendente per un settantenne, il saw master era il proprietario della macchina, un ometto paffutto con barba e capelli grigi che ricordava vagamente un minatore fantasy o babbo natale se preferite. Allo scarico c'era invece un gruppo di operatori selezionatissimi, fra cui il sottoscritto. Scherzo non eravamo selezionatissimi e lo dimostra il fatto che i miei compagni erano ragazzi del centro di accoglienza di Marcus che, come ho già detto, non è proprio un'istituzione per bambini prodigio.


Erano due i cui nomi di fantasia sono Ole e Mangus. Ole era un ragazzino di colore (bruttino) di origini brasiliane che se ne andava vestito con braghe larghe felpa nera con cappuccio e capellino.

Guardandolo ciondolare riflettevo che i “bianchi” vestono con differenti stili mentre quelli di colore, a prescindere dalla nazionalità, pare provengano tutti dal Bronx.


E' uno stile che ha anche il suo fascino, almeno a detta di qualche ragazza, però io non lo percepisco anzi con la mia miopia e mancanza di gusto, braghe larghe, felpazze e cappellini lanciano un unico messaggio: sono un disadattato.

2 commenti:

  1. ciao ho letto per caso il tuo blog, ma vivi in norvegia? ce lavoro li in norvegia? come' li la vita? grazie ciao

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  2. Ciao Mario, ho trovato un lavoretto stagionale qui in un paesino norvegese presso un'azienda agricola e il mio compito è quello di curare la proprietà forestale, precisamente diradare gli alberi.

    La vita è molto interessante, per questo scrivo un blog. Ci sono degli aspetti affascianti come la bellezza della natura (e delle donne), l'assenza di stress, la cortesia della gente.

    Sempre però quando si "emigra" ci si misura con situazioni nuove e sopratutto ci si rende conto di aver lasciato a casa tutte le relazioni umane importanti: amici, luoghi, abitudini.
    E questo causa non ti nascondo un po' di sofferenza.

    Nei miei post descrivo la Norvegia rurale, diversa da quella cittadina che invece puoi scoprire su questo bel blog

    http://osloninja.wordpress.com/

    A presto!

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