22 giugno 2010

Il giorno senza fine

Quando arrivi in Norvegia dovresti saperlo perché lo hai letto senz'altro su su Wikipedia o su Focus nel caso ti interessi di scienza dal barbiere o dal dentista.


Lo sai però non te lo aspetti.







Arrivi al tuo alloggio dopo due aerei e un autobus, metti giù i bagagli, ti fai una doccia, mangi qualcosa, chiacchieri del più e del meno. Un bicchiere di vino per festeggiare. Chissà perché all'estero il vino ha un sapore così differente.



Ti senti in forma nonostante il viaggio, fuori c'è luce e ti viene un dubbio.


Che ore sono? Le 23.30. Già, torna se sono arrivato alle 21.00. Adesso però sei in cima al mondo e quando passi il parallelo del circolo polare artico sei nel centro della grande tagadà. Il sole ci gira intorno.

Il famoso sole di mezzanotte.


Luce quindi, una tranquilla luce tardo pomeridiana ed è quasi mezzanotte. Sei stanco però la luce ti confonde. Ad ogni modo sei adulto e cazzuto e non ti perdi in tanti ooooh!
Ti schiaffi a letto. In Norvegia non esistono persiane né scuri. Se vuoi un po' di oscurità puoi tirare le tende. In camera però ci si vede ancora. Allora chiudi gli occhi. Che altro puoi fare?


Chiudi gli occhi e dormi. Tutto bene eccetto che ti svegli alle 3.30 quando sorge il sole.
Ho notato che non ci sono galli da queste parti e nemmeno campane. Luce e silenzio. Il cellulare dice che è presto e ti riaddormenti.

Un giorno magari esci di casa ad esplorare questa strana notte Norvegese.


Ti rendi conto che è notte perché non c'è traffico (non ne trovi molto nemmeno di giorno a dire il vero). I paesetti diventano paesetti fantasma. Nel bosco si forma un'inquietante nebbiolina.
Camminare nella notte norvegese è stessa sensazione che proverà l'ultimo uomo sulla Terra.

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