24 luglio 2010

Ti piace cacciare? III


Bene fin qui abbiamo parlato secondo razionalità che non vuol dire necessariamente che ho dispensato verità assolute. Se qualcuno avesse obiezioni potrebbe scrivere il suo punto di vista dando inizio a quello sport in intellettuale che si chiama disputa che, se giocato lealmente, potrebbe aiutare a comprendere meglio la questione in esame.


La maggioranza degli animalisti che ho conosciuto agiscono in un contesto chiuso di ignoranza e emotività.


Alle scuole superiori (ho frequentato l'agrario), durante una lezione di zootecnia si accese discussione fra il professore e una studentessa che se ne uscì fuori con la frase: “Beh, io se dovessi decidere di sparare ad un animale o a un uomo preferirei sparare ad un uomo”. Il professore rimase scioccato io meno perché sapevo che la ragazza non si rendeva conto della gravità della sua affermazione solo perché non aveva simulato con la mente la situazione. Voglio vedere se messa alle strette avrebbe sparato alla sua compagna di banco piuttosto che a una gallina.


All'università c'erano due ragazze che erano convinte che gli animali si potessero solo accarezzare e sognavano di aprire una fattoria didattica nella quale invecchiare conigli, caprette e muli.


Bene dicevo, accarezza un topo. Madonna che schifo! Insomma loro distinguevano gli animali belli da quelli brutti. Sembra una sciocchezza ma alcune campagne “progresso” pasquali prevedono l'affissione di manifesti pubblicitari nei quali vengono ritratti amabili agnellini tutto occhioni che dicono: “Non mangiarmi”. In giugno però non vedo manifesti con zanzare che dicono “Non schiacciarmi”.


Al quinto anno ho avuto una breve parentesi amorosa con una studentessa di veterinaria. Era molto simpatica e complessata. Andava a lezione con il cane e ricordo che il cane ha assistito a tutti i nostri incontri passionali. Ovviamente era animalista. Ricordo che un giorno mi chiese cosa ne pensassi di caccia e cacciatori e io timidamente espressi il mio pensiero. Quando ebbi finito si alzò, chiamò il cane e se ne andò.


Anni dopo durante un incontro di formazione del servizio civile un ragazzo stava spiegando che nel suo circolo c'era in ballo un progetto di recupero di vacche da latte a fine carriera. Anziché spedirle subito al macello venivano deviate ad un centro di ingrasso così da ottimizzare anche la produzione di carne e rendere quindi necessari meno capi di bestiame a parità di prodotto finale.
Questo progetto, che io reputai intelligente, scandalizzò una ragazza che indossava ampi pantaloni color viola tipo Aladino, e aveva i polsi ornati da chiassosi braccialetti colorati. Per lei era inaccettabile. Le mucche, diceva, a fine carriera vanno liberate.


Calò il silenzio e i presenti imbarazzati fissarono il soffitto.

2 commenti:

  1. Una cosa che a mio aviso manca all'animalista tipico è la visione del mondo naturale come è realmente. Non è un mondo idilliaco dove tutti vivono felici ma un mondo spietato dove solo i migliori sopravvivono sulla pelle dei meno adatti. Il predatore è una figura fondamentale e sono pochi quelli che riescono a sopravvivere fino alla veneranda età di un animale domestico. Il trattare poi il proprio animale d'affezione come un essere alla pari è un insulto all'animale e alla sua natura di diverso dall'essere umano. Ed è proprio il suo essere diverso dall'uomo che lo rende interessante, perché ostinarsi a trattarlo come qualcuno che non è? Io mi arrabbierei parecchio se qualcuno pretendesse di trattare con me come se fossi mia sorella, siamo due cose diverse (anche se apparteniamo alla stessa specie). E data la mia natura di animale onnivoro mangio anche cadaveri, magari posso non essere d'accordo con i sistemi di allevamento intensivo o con il mangiare carne tutti i giorni due volte al giorno, però non ci trovo nulla di male nel farlo. Tutti mangiano qualcuno per sopravvivere. Storco un po' il naso ai cacciatori col fucile è vero, mi sembra un po' sleale. Sarei più propensa alla caccia con i mezzi che l'evoluzione ci ha dato (anche l'abilità di costruire un fucile è un mezzo che ci ha dato l'evoluzione però mi sembra sleale lo stesso) e quindi magari ridimensionare il parco prede e invece del cervo e del cinghiale andare a caccia di pantegane e piccioni che si possono ammazzare a mani nude. Mi rammarico di aver schiacciato una zanzara comune la settimana scorsa, mentre non mi importa della zanzara tigre, la considero specie invasiva e qui non dovrebbe esserci. Qualcuno mi disse che se consideravo gli animali miei amici non avrei dovuto mangiarli perché non si mangiano gli amici... non saprei io i miei amici me li mangerei umani o animali che siano tanto una volta morti non fa differenza (ultimo commento a cura del Viennese).
    E se tutto ciò ti sembra delirante dovresti sentirmi quando ho il cervello caricato ad alcool!!!

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  2. Quando torno andiamo a bere una birretta, promesso!

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